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LA “SERIE D” ERA SFUGGITA 60 ANNI FA

03-06-2019 16:22 -
Nell' 85° anniversario della sua fondazione, il Calcio Caldiero Terme scrive la più bella pagina della sua vita, conquistando per la prima volta nella storia la possibilità di partecipare nella prossima stagione al prestigioso campionato di Serie D.

Un traguardo che precedentemente era stato solamente sfiorato nella stagione 1958-59, quando la formazione della Libertas Caldiero del presidentissimo Mario Gavagnin, arrivò ad un passo dalla promozione in Serie D.

Infatti, dopo aver vinto il proprio girone di Prima Categoria nel 1958-59, che fino alla stagione precedente si chiamava “Promozione”, disputò le finali con le altre prime classificate: Azzurra Sandrigo, Lendinarese e San Donà di Piave e proprio con quest’ultima al termine del doppio confronto che aveva visto una vittoria a Caldiero ed una sconfitta in trasferta, l’avente diritto al passaggio di categoria fu deciso dal sorteggio della monetina che premiò i veneziani.

Purtroppo per loro, solamente qualche giorno dopo, con la rivoluzione dei campionati da parte della Figc con la “riforma Zauli”, vennero ridotte drasticamente le partecipanti al campionato di Serie D e pertanto non vennero ammesse nessuna società dalla categoria inferiore.

Ma dopo 60 anni questa lacuna è stata ora colmata a Bagnolo in Piano, nel reggiano, dove i ragazzi di Cristian Soave hanno conquistato il diritto di disputare la Finalissima di Coppa Italia Nazionale che verrà disputata a Firenze il prossimo 8 maggio contro i pugliesi del Casarano, già promossi in Serie D e quindi anche per i termali si aprono le porte alla nuova categoria.

Una vittoria griffata Cristian Soave, un giovane tecnico non nuovo ad imprese eclatanti, che ha saputo amalgamare con la sua innata umanità un gruppo che lo ha ripagato con una indimenticabile stagione.

Ma è sicuramente pure una vittoria di società, rinata da quella amara estate del 2004, dopo una deficitaria stagione 2003-04 culminata con una deplorevole retrocessione in Prima Categoria e con una società che qualche giorno dopo ha pure rischiato di sparire dal calcio veronese, grazie ad una fasulla falsa fusione, fra l'altro all'epoca gravemente avvallata da dirigenti federali, per fortuna oggi destituiti.

Senza perdersi d'animo, con pochi mezzi e soprattutto con la politica dei piccoli passi, un manipolo di appassionati con a capo un giovanissimo presidente, Filippo Berti, hanno creato una società che ha riconquistato prima la Promozione, poi l'Eccellenza ed ora anche la Serie D, ricostruendo fra l'altro un movimento giovanile di oltre 400 tesserati, che all'epoca era andato praticamente distrutto, mentre ora è certamente il fiore all'occhiello di tutto l'Est Veronese.


Fonte: Giorgio Verzini

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